Sabrina Iansante

Prenditi cura di te

La psicoterapia è un percorso di crescita

Sblocca il tuo potenziale, supera le difficoltà e migliora la qualità della tua vita attraverso un percorso di consapevolezza e trasformazione personale.

Il mio percorso: tra passione e professionalità

La passione per la psicologia è maturata durante la fase adolescenziale, trovando espressione, successivamente, nei poliedrici ambiti di studio e lavorativi in cui opero da anni.

Mi sono laureata in Psicologia, con indirizzo Clinico e di Comunità, presso l'Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Durante il tirocinio post-lauream ho avuto l'opportunità di conoscere il metodo sistemico-relazionale, che ho poi approfondito nella Scuola di Specializzazione. Nel contempo, provenendo da un'esperienza di training psicoanalitico individuale, ho frequentato contesti formativi orientati in senso psicodinamico, nei quali ho avuto modo di completare il training formativo attraverso la terapia di gruppo.

Dalla mia professione ho imparato, nel tempo, che l'apprendimento funge da stimolo all'esplorazione del nuovo, al desiderio della conoscenza e ciò mi ha indotto a sperimentare approcci che avrei potuto, in seguito , integrare con il metodo che già utilizzavo. Da qui l'incontro con i metodi attivi, tra i quali lo psicodramma, e con il training autogeno analitico.

Oggi opero sia in ambito clinico che formativo.

DI COSA MI OCCUPO

Nel mio studio offro percorsi di psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo.

Il trattamento psicologico e psicoterapeutico riguarda diversi disturbi tra i quali:

Pazienti in età infantile

Mi occupo prevalentemente di trattare adolescenti ed adulti, mentre, quando la sintomatologia è presentata da pazienti dell'età infantile, mi oriento verso un trattamento terapeutico di tipo familiare.

In genere la psicoterapia è orientata a lavorare su situazioni di malessere e/o di disagio che possono coinvolgere l’individuo ma anche la coppia e la famiglia. In seguito ai primi colloqui di valutazione è possibile indicare l’eventuale percorso terapeutico. La psicoterapia è innanzitutto un percorso di crescita personale e può supportare la ricerca di cambiamenti all’interno di situazioni specifiche (familiari, lavorative ecc…), che consentano di migliorare le relazioni e quindi la gestione delle situazioni in genere.

APPROCCI TERAPEUTICI

Terapia sistemico-relazionale, psicodramma e metodi attivi, training autogeno...

Terapia sistemico-relazionale

Secondo l'approccio sistemico-relazionale, i sintomi ed il disagio sono il risultato di un intersecarsi complesso tra esperienza soggettiva, qualità delle relazioni interpersonali più significative e capacità cognitive di autovalutazione della propria situazione.

Training autogeno

La tecnica del training autogeno , attraverso i propri esercizi, ripetuti nel tempo, induce modificazioni psicologiche e fisiologiche portando il soggetto a gestire le proprie emozioni ed i propri comportamenti.

Psicodramma e metodi attivi

Lo Psicodramma, ideato da Jacob Levi Moreno agli inizi del '900, è un metodo di intervento di gruppo, psicologico, sociale ed educativo, che prevede la “messa in scena” e l'”azione teatrale” per favorire l'espressione, la crescita attraverso l'attivazione della spontaneità e delle risorse creative, al fine di promuovere la capacità di relazionarsi in modo positivo ed arricchente.

Terapia Sistemico-Relazionale

Ambiti di applicazione

✅ Persone che vivono difficoltà nelle relazioni interpersonali (familiari, di coppia, lavorative).

✅ Genitori che desiderano comprendere meglio i propri figli e migliorare la comunicazione con loro.

✅ Coppie in crisi o famiglie che affrontano momenti di cambiamento (separazioni, lutti, nascita di un figlio, difficoltà educative).

Mi sono specializzata in psicoterapia sistemico-relazionale presso l’IPRA ( Istituto di Psicologia Relazionale Abruzzese). Attraverso questa specializzazione ho imparato a lavorare indagando la storia delle relazioni familiari, sia che si tratti di terapia individuale che di coppia o della famiglia, con l’obiettivo di comprendere quali modalità comunicative e tipologia di legami hanno dato origine ad eventuali disfunzioni, come i sintomi.

Infatti, secondo l’approccio sistemico-relazionale, i sintomi ed il disagio sono il risultato di un intersecarsi complesso tra esperienza soggettiva, qualità delle relazioni interpersonali più significative e capacità cognitive di autovalutazione della propria situazione. 

La famiglia, intesa come il sistema vivente di riferimento principale nell’esperienza emotiva della persona, è il primo contesto esperienziale all’interno delquale i sintomi assumono una funzione precisa nel funzionamento relazionale del gruppo di persone che ne fanno parte.

Con il termine “paziente designato” si indica la persona portatrice di un problema che tuttavia, se letto all’interno del sistema in cui l’individuo è immerso, diventa portavoce di un disagio talvolta più esteso, di una difficoltà espressa a nome dell’intero sistema.

 

Il sintomo è quindi l’espressione di una disfunzione familiare legata non solamente ad esperienze come traumi e abusi, ma anche alla confusione dettata da relazioni in cui i ruoli sono poco chiari o dalla difficoltà di rispondere alle diverse esigenze dei cicli vitali.

L’intervento terapeutico si basa sull’osservazione delle modalità di relazione tra il paziente e la sua famiglia e mira a modificare , attraverso un processo di co-costruzione tra terapeuta ed individuo/famiglia, i modelli disfunzionali presenti nel contesto entro il quale il disagio del paziente è emerso, stimolando le risorse familiari e rafforzando sia il funzionamento individuale che quello familiare.

L’approccio sistemico-relazionale può rivelarsi utile per le persone che ritengono avere delle difficoltà in specifici rapporti (di coppia, genitoriali, lavorativi), o rispetto a problematiche evolutive da parte di bambini e/o adolescenti. Il lavoro sulle relazioni può favorire una diversa lettura delle situazioni consentendo a chi è in trattamento, di apprendere modalità comunicative più funzionali.

Ambiti di applicazione

✅ Persone che vivono difficoltà nelle relazioni interpersonali (familiari, di coppia, lavorative).

✅ Genitori che desiderano comprendere meglio i propri figli e migliorare la comunicazione con loro.

✅ Coppie in crisi o famiglie che affrontano momenti di cambiamento (separazioni, lutti, nascita di un figlio, difficoltà educative).

Psicodramma e Metodi Attivi

Ambiti di applicazione

Psicoterapia: può essere utilizzato per il trattamento di ansia, depressione, difficoltà relazionali, traumi.

Formazione: impiegato in contesti aziendali, educativi o sociali per migliorare la comunicazione e il lavoro di squadra.

Supervisione clinica: utile per operatori del settore sanitario, psicologi e assistenti sociali per elaborare casi clinici e migliorare le competenze professionali.

Interventi educativi: efficace per insegnanti e genitori nel comprendere meglio le dinamiche dei ragazzi e adolescenti.

Lo Psicodramma, ideato da Jacob Levi Moreno agli inizi del ‘900, è un metodo di intervento di gruppo, psicologico, sociale ed educativo, che fa riferimento ad una teoria di base ben strutturata ed articolata e ad una metodologia particolarmente ricca di tecniche quali: riscaldamenti di gruppo, giochi di ruolo, tecniche sociometriche e sociodrammatiche.

Il metodo prevede la “messa in scena” e l’”azione teatrale” per favorire l’espressione, la crescita attraverso l’attivazione della spontaneità e delle risorse creative, al fine di promuovere la capacità di relazionarsi in modo positivo ed arricchente.

Il gruppo è il luogo dei ruoli personali e sociali e consente l’incontro come modello di rapporto intersoggettivo nella valorizzazione di sé e dell’altro.

Sessioni e laboratori

Le sessioni aperte sono incontri tematici di gruppo che consentono di prendere contatto con lo psicodramma e le sue specifiche potenzialità nel favorire, tra i partecipanti, relazioni intersoggettive basate sull’accoglienza ed il riconoscimento reciproco e la possibilità di sperimentare, attraverso l’azione sulla scena, nuove percezioni di sé. La sessione, inoltre, permette di sviluppare competenze utili anche in ambito professionale.

I laboratori sono organizzati in modo da prevedere una sessione più lunga. La maggior disponibilità di tempo permette un lavoro di gruppo in cui le specificità del metodo possono essere maggiormente apprezzate e il tema proposto può essere esplorato in modo più ampio. Ciò consente di assimilare ed integrare con maggiore consapevolezza le rinnovate percezioni di sé per promuovere un processo di cambiamento

Ambiti di applicazione

Psicoterapia: può essere utilizzato per il trattamento di ansia, depressione, difficoltà relazionali, traumi.

Formazione: impiegato in contesti aziendali, educativi o sociali per migliorare la comunicazione e il lavoro di squadra.

Supervisione clinica: utile per operatori del settore sanitario, psicologi e assistenti sociali per elaborare casi clinici e migliorare le competenze professionali.

Interventi educativi: efficace per insegnanti e genitori nel comprendere meglio le dinamiche dei ragazzi e adolescenti.

Training Autogeno

Ambiti di applicazione

Indicazioni:

  • Recupero delle energie fisiche e psichiche;
  • Regolazione vaso-motoria;
  • Potenziamento delle capacità mnemoniche e soprattutto dell’affinamento della consapevolezza di sé.

✅ In medicina sono segnalate possibili applicazioni in quadri psicosomatici quali:

  • Disturbi dell’apparato digerente (gastriti, stitichezza, affezioni delle vie biliari, colon irritabile ecc…);
  • Disturbi dell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia e bradicardia sinusale, ipertensione, turbe vasomotorie quali cefalea vasomotoria);
  • Disturbi dell’apparato muscolare (crampi muscolari, movimenti muscolari involontari ecc..);
  • Affezioni cutanee (Eczemi, neuro dermatiti, allergie).

✅ In ambito sportivo:

  • In fase di preparazione dell’atleta;
  • In fase riabilitativa, riducendo i tempi di recupero.

Con il T.A. È è possibile aumentare la concentrazione dello sportivo e la coordinazione tra mente e corpo attraverso il controllo volontario dello sforzo fisico. I possibili benefici coinvolgono mente e corpo: controllo del tono muscolare, maggiore scioltezze nell’eseguire i movimenti, gestione dell’ansia prestazionale e rinforzo della motivazione, gestione delle emozioni e dello stress.

Il training autogeno fu elaborato da Johannes Heinrich Schultz. “Training” significa allenamento, che implica costanza e perseveranza. Se è vero che l’allenamento richiede impegno, è anche vero che , nel caso del training autogeno, si tratta di un impegno facile e piacevole, poiché gli esercizi non sono lunghi.

“Autogeno” significa che qualche cosa si genera (genos) da sé e nomos (norma), cioè si sviluppa autonomamente, in modo spontaneo, indipendentemente dalla volontà del soggetto, come ad es. il battito cardiaco che si verifica da solo e al di fuori dell’intenzione personale.

Per Schultz il concetto di autogenia è strettamente connesso con un altro termine chiave della sua concezione: bionomia. Composto da bios (vita) e nomos (norma) questo termine indica l’insieme di principi elementari che regolano il funzionamento vitale di ogni organismo e che sono iscritti nella specificità biologica, fisiologica e psicologica di ogni individuo. Questi principi si esprimono e, in un certo senso, si impongono all’esperienza individuale in maniera autogena: il battito cardiaco o il respiro sono attività bionomiche (regolatrici dell’esistenza) che si verificano autogenamente nell’organismo umano ( Claudio Widmann, Manuale di training autogeno).

La tecnica del training autogeno , attraverso i propri esercizi, ripetuti nel tempo, induce modificazioni psicologiche e fisiologiche portando il soggetto a gestire le proprie emozioni ed i propri comportamenti. Recuperando la naturale capacità di rilassarsi ed un sano contatto con l’unità mente-corpo, è possibile ritrovare le energie fisiche e mentali per gestire la propria vita quotidiana in modo più funzionale e , quindi, con meno ansia e meno stress.

Ambiti di applicazione

Indicazioni:

  • Recupero delle energie fisiche e psichiche;
  • Regolazione vaso-motoria;
  • Potenziamento delle capacità mnemoniche e soprattutto dell’affinamento della consapevolezza di sé.

 

✅ In medicina sono segnalate possibili applicazioni in quadri psicosomatici quali:

  • Disturbi dell’apparato digerente (gastriti, stitichezza, affezioni delle vie biliari, colon irritabile ecc…);
  • Disturbi dell’apparato cardiocircolatorio (tachicardia e bradicardia sinusale, ipertensione, turbe vasomotorie quali cefalea vasomotoria);
  • Disturbi dell’apparato muscolare (crampi muscolari, movimenti muscolari involontari ecc..);
  • Affezioni cutanee (Eczemi, neuro dermatiti, allergie).

 

✅ In ambito sportivo:

  • In fase di preparazione dell’atleta;
  • In fase riabilitativa, riducendo i tempi di recupero.

 

Con il T.A. È è possibile aumentare la concentrazione dello sportivo e la coordinazione tra mente e corpo attraverso il controllo volontario dello sforzo fisico. I possibili benefici coinvolgono mente e corpo: controllo del tono muscolare, maggiore scioltezze nell’eseguire i movimenti, gestione dell’ansia prestazionale e rinforzo della motivazione, gestione delle emozioni e dello stress.

Integrazione degli approcci terapeutici

Spesso, nel percorso terapeutico, integro più approcci per rispondere in modo più efficace alle esigenze della persona. La combinazione di terapia sistemico-relazionale, psicodramma e training autogeno consente di affrontare il disagio da più punti di vista, lavorando sia sulla dimensione emotiva che su quella corporea e relazionale.

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